La storia di TikTok: cos’è e a cosa serve

TikTok è nata nel 2016 e ha ormai superato YouTube per quel che riguarda il numero di download. Consente di creare video scegliendo una traccia musicale da usare come sottofondo. Il suo successo è esploso dopo la fusione con Musical.ly, app realizzata dagli imprenditori cinesi Louis Yang e Alex Zhu. I due l’hanno venduta al colosso asiatico Bytedance, che possiede appunto TikTok.  La particolarità è che in Cina TikTok non esiste. Esiste il suo alter ego, Douyin. Il risultato è che gli account più popolari di TikTok non esistono su Douyin e viceversa.

Spia Cinese?

Alcuni paesi hanno effettivamente esaminato le autorizzazioni e le pratiche di sicurezza di TikTok e di altre applicazioni popolari. È vero che ci possono essere differenze significative nelle richieste di autorizzazioni tra diverse app e tali differenze possono sollevare preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza dei dati degli utenti.

Una delle principali preoccupazioni riguardo a TikTok e ad altre app simili è l’utilizzo degli algoritmi per l’elaborazione dei dati raccolti. Gli algoritmi possono essere progettati per analizzare il comportamento degli utenti, le preferenze e le interazioni con i contenuti per offrire raccomandazioni personalizzate e pubblicità mirate.

Ciò solleva preoccupazioni sulla potenziale manipolazione delle informazioni e l’influenza sugli utenti.

Nel caso specifico di TikTok, ci sono state accuse e preoccupazioni riguardo alla presunta strategia di intelligence da parte del governo cinese. Alcuni ritengono che TikTok possa essere utilizzato per raccogliere dati sugli utenti e utilizzarli per finalità di intelligence o per influenzare l’opinione pubblica. Tuttavia, è importante sottolineare che queste accuse non sono state provate in modo definitivo e sono state oggetto di dibattito.

Sotto ho confrontato i permessi e le autorizzazioni richiesti dalle due app più utilizzate: Tiktok e Whatsapp.

È evidente che le richieste di TikTok sono maggiori se paragonate ad altre app, come ad esempio Facebook che ne richiede meno. Se consideriamo inoltre che i dati sono conservati in uno Stato dittatoriale che esercita un forte controllo sulla privacy dei propri cittadini, la questione può destare preoccupazione.